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Referendum Procreazione - Vincono gli astenzionisti

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2005 11:15
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Corriere della Sera online

Referendum: ha vinto l'astensione
Il quorum non è stato nemmeno sfiorato: partecipazione intorno al 26%.

Consultazione invalidata. I sì al 90%, 78% per l'eterologa

MILANO - Niente quorum. I 4 referendum sulla legge 40, che regola la procreazione assistita, sono falliti. L'affluenza non è andata oltre il 26%, con punte minime dell'11-12% in alcune province della Calabria e della Sicilia. E anche nelle Regioni tradizionalmente più assidue nella partecipazione non si è riusciti a superare la fatidica soglia del 50% più uno richiesta per la validità delle consultazioni: nella provincia di Bologna, dove è stata registrata la maggiore affluenza ai seggi, si è recato alle urne il 47,4%.
I SI' AL 90% - Lo spoglio delle schede valide mostra comunque una netta prevalenza dei sì, che si attestano attorno al 90% per i primi tre quesiti e al 78% per il quarto, quello sulla fecondazione eterologa. Risultati che danno ulteriore forza al fronte anti-referendario, che si era schierato perlopiù per l'astensione ma che anche nell'urna è riuscito a far sentire il proprio peso.
AFFLUENZA SUBITO AL MINIMO - Il senso di quella che per il fronte del Sì è una pesante e nettissima sconfitta, s'era avuto fin dalla prima rilevazione della mattina della domenica: una partecipazione in media sul 5% con un'Italia subito apparsa divisa. Poco più dell'1% dei votanti in alcune aree del Sud, oltre il 10% in altre del Centro e del Nord. Le altre due successive rilevazioni, alle 19 e alle 22, avevano dato il segno del fallimento.

UNO SU QUATTRO - La prima giornata di voto si era chiusa infatti con un dato che lasciava poco spazio a previsioni differenti, con meno del 18% deigli aventi diritto al voto che erano andati alle urne. Anche la polemica dei radicali, sulle rilevazioni «anticipate» e i dati falsati, si scontrava con una realtà chiara: per convinzione o per indifferenza, tre quarti degli italiani avevano deciso di non partecipare. Alla fine il risultato conclusivo (intorno al 26 per cento) dice che in media soltanto un italiano su quattro si espresso sui quattro quesiti relativi ai complessi problemi legati alla procreazione assistiTa.

COMMENTI E PROSPETTIVE - Ora è già il momento dei commenti e delle riflessioni. Con toni e obbiettivi che vanno anche oltre l'oggetto della consultazione. Si discute intanto dello strumento referendario. E' in crisi? E poi della scelta dell'astensione da parte di politici autorevoli e soprattutto della Chiesa. La risposta degli italiani è stata proprio quella di astenersi. Ma sino a che punto è stata una scelta consapevole oppure la conseguenza del disinteresse degli elettori? I sostenitori di questa scelta, parlano di «astensione consapevole», mentre la Lega, che vuole fare un referendum sul ritorno alla lira, ha tutto l'interesse a dire, come fa Maroni, che «la gente non ha sentito l' argomento. Il problema non è l'istituto referendario: con quello che noi proporremo a Pontida le cose andranno diversamente». Arrivano riconoscimenti a Casini e Pera, che in pubblico hanno sostenuto questa scelta, mentre Barlusconi dice che «è stato sconfitto chi voleva dividere il Paese». Dall'altra parte Prodi insiste sulla necessità di «rivedere la legge». Insomma, tra delusione e opportunità politiche, il dopo referendum archivia una consultazione che aveva per oggetto temi forse complessi ma reali per molte coppie e per molti scienziati, mentre i risultati entrano nel gioco degli schieramenti politici, con alcuni protagonisti che si ritrovano «vincitori» e altri «sconfitti». Anche all'interno del proprio partito, come è il caso di Gianfranco Fini in An.

CIFRE E RAFFRONTI - Le cifre dicono comunque che l'astensionismo ha fatto breccia e chi legge un pericolo in questa situazione può non avere torto. Perchè alla fine in nessun caso, anche dove l'affluenza è stata alta come in provincia di Bologna, si è raggiunto il quorum. Il 50% dei votanti si è registrato soltanto in alcune realtà locali dell'Emilia Romagna. Il dato finale della provincia di Bologna è infatti del 47,4% e nel capoluogo ha votato il 48,13% per i primi due quesiti, il 48,11% per il terzo e il 48,07% per il quarto. Quorum raggiunto, invece, in alcuni Comuni della provincia, come a Casalecchio di Reno, dove l'affluenza è stata in media del 51,8%, e ancora meglio a Castel Maggiore, con una punta massima del 57,63% per il primo quesito. Sfogliando i precedenti si capisce quanto il dato nazionale finale possa pesare. Finora il minor numero di votanti mai registrato era stato il 25,5% a metà giugno del 2003 per i referendum sull'articolo 8 dello Statuto dei lavoratori sugli elettrodotti. Mai prima di allora si era scesi sotto il 30%. Appena al di sopra si erano fermati i sette referendum (sulla caccia e altro) del 1997, con il 30,2% degli aventi diritto che si erano recati alle urne. Anche quella volta, la data del voto era stata fissata alla metà di giugno.

13 giugno 2005
14/06/2005 02:22
 
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Dal risultato di questo referendum si capisce che o gli italiani hanno preferito andarsene al mare o il referendum non era sufficientemente chiaro.

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Ciao Ní
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Bè, non so se avete avuto modo di leggere le schede... dentro c'era un insieme di riferimenti ad articoli e comma leggi che, di chiaro , almeno per chi non è proprio addentrato , avevano proprio poco!!!!
Ciaoooooo
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23/06/2005 21:18
 
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É vero hai ragione.....tutti articoli incomprensibili per noi poveri cittadini, per questo sostengo che non si siano date informazioni sufficienti...chissá forse qualcuno aveva intresse che il cittadino non comprendesse bene....!!


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Ciao Ní
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