La Lacrima
Lontano da uccelli, e greggi, e paesane,
Io bevevo, accovacciato in qualche brughiera
Cinta da teneri boschetti di noccioli,
In una tiepida e verde foschia pomeridiana.
Cosa potevo mai bere in quella giovane Oise,
Olmi senza voci, erba senza fiori, cielo coperto.
Che mai sorbivo dalla fiasca di colocasia?
Qualche liquore d'oro, che fa sudare e insipido.
Così, sarei stato una brutta insegna di locanda.
Poi il temporale mutò il cielo, fino a sera.
E furono paesi neri, laghi, pertiche,
Colonnati sotto la notte blu, stazioni.
L'acqua dei boschi si perdeva nelle sabbie vergini.
Il vento, dal cielo, lanciava ghiaccioli agli stagni…
Ora! come un pescatore d'oro o di conchiglie,
Pensare che non mi preoccupai neanche di bere!
Maggio 1872
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