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Favola d'amore By Herman Hesse

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2006 13:47
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Se vi capita di ascoltare la canzone “Favola” di Eros Ramazzotti, sappiate che vi state godendo un riassunto di 7 incantevoli pagine di favola bellissima regalataci da Herman Hesse

Favola d'amore


Appena giunto in Paradiso Pictor si trovò dinnanzi ad un albero che era insieme uomo e donna. Pictor salutò l’albero con riverenza e chiese: “ Sei tu l’albero della vita?”…... E di nuovo vide un albero, che era insieme sole e luna. Pictor chiese: “ Sei tu l’albero della vita?”. Il sole annuì e rise, la luna annuì e sorrise. Fiori meravigliosi lo guardavano, con una moltitudine di colori e di luminosi sorrisi,…Tra tutti questi fiori stava Pictor, pieno di struggimento e di gioia inquieta. Il suo cuore, quasi fosse una campana, batteva forte, batteva tanto; il suo desiderio ardeva verso l’ignoto, verso il magicamente prefigurato. Pictor scorse un uccello sull’erba posato e di luminosi colori ammantato e gli chiese: “Dov’è dunque la felicità?”. “La felicità?…la felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli ”…con queste parole l’uccello spensierato scosse le sue piume, allungò il collo, agitò la coda, socchiuse gli occhi , rimase fermo immobile seduto nell’erba ed ecco: l’uccello era diventato un fiore variopinto…Pictor temette di vedere svanire la sua fortuna , rapido disse la parola e si trasformò in un albero. Penetrò con le radici nella terra, si allungò verso l’alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra…era molto contento... Passarono molti anni prima che si accorgesse che la sua felicità non era perfetta…lentamente imparò a guardare con occhi d’albero….e divenne triste. Vide infatti che attorno a lui tutti si trasformavano spesso…lui invece rimaneva sempre lo stesso…

Un bel giorno, una fanciulla dai capelli biondi e dalla veste azzurra si perse in quella parte del Paradiso...correva tra gli alberi e prima di allora non aveva mai pensato al dono della trasformazione. Quando l’albero Pictor scorse la fanciulla, lo prese un grande struggimento, un desiderio di felicità come non gli era ancora mai accaduto. E allo stesso tempo si trovò preso in una profonda meditazione, perché era come se il suo stesso sangue gli gridasse: “RITORNA IN TE! RICORDATI IN QUESTA ORA DI TUTTA LA TUA VITA, TROVANE IL SENSO, ALTRIMENTI SARA’ TROPPO TARDI E NON TI SARA’ PIU’ DATA ALCUNA FELICITA’”.

La fanciulla udì un fruscio tra le foglie dell’albero Pictor, alzò lo sguardo e sentì, con un improvviso dolore al cuore, nuovi pensieri, nuovi desideri, nuovi sogni muoversi dentro di lei. Attratta dalla forza sconosciuta si sedette sotto l’albero. Esso le appariva solitario e triste, e in questo bello, commovente e nobile nella sua muta tristezza; era incantata dalla canzone che sussurrava lieve la sua chioma. Si appoggiò al suo tronco ruvido, sentì l’albero rabbrividire profondamente, sentì lo stesso brivido nel proprio cuore. IL SUO CUORE ERA STRANAMENTE DOLENTE, NEL CIELO DELLA SUA ANIMA SCORREVANO NUVOLE, DAI SUOI OCCHI CADEVANO LENTAMENTE PESANTI LACRIME. COSA STAVA SUCCEDENDO? PERCHÉ DOVEVA SOFFRIRE COSÌ? PERCHÉ IL SUO CUORE VOLEVA SPACCARE IL PETTO E ANDARE A FONDERSI CON LUI, CON IL BEL SOLITARIO?
L’ALBERO TREMÒ SILENZIOSO FIN NELLE RADICI, TANTO INTENSAMENTE RACCOGLIEVA IN SÉ OGNI FORZA VITALE, PROTESO VERSO LA FANCIULLA IN UN ARDENTE DESIDERIO DI UNIONE…Venne volando un uccello rosso e verde, la fanciulla vide cadere dal becco qualcosa che brillò rosso come sangue…era un rubino...la fanciulla si chinò e sollevò quel rossore….immediatamente si avverò il sogno che le aveva riempito il cuore. La bella fu presa, svanì e divenne tutt’uno con l’albero, si affacciò dal suo tronco come un robusto giovane ramo che rapido si innalzò verso di lui.

Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato trovato il Paradiso. Pictor non era più un vecchio albero intristito, ora cantava forte Pictoria. Vittoria. Era trasformato. E poiché questa volta aveva raggiunto la vera, l’eterna trasformazione, poiché da una metà era diventato un tutto, da quell’istante potè continuare a trasformarsi, tanto quanto voleva…in ogni forma però era intero, era una “coppia”, aveva in sé luna e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per le terre, stava come stella doppia in cielo.
26/01/2006 13:47
 
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