Se una volta la parola restauro era applicata semplicemente ai quadri o alle abitazioni in generale, oggi è riferita a quanti, in tempi di longevità acclarata tengono all’immagine.
Bisogna sapere che la percentuale di italiane che ammette in pubblico di essersi fatta qualche "ritocchino" è del 5%. Ma si sa, in materia di estetica, le donne mentono. 800% è, infatti il tasso di crescita in Italia dell'uso dei filler correttivi per le labbra negli ultimi 9 anni e 45% sul totale le italiane che usano il botulino (100.000 nel 2004).
Quasi la metà sono del Nord. Non c’è dubbio che oggi il mito del restare giovani, belli e sani il più a lungo possibile non è appannaggio solo delle star di Hollywood, ma sempre più coinvolge ogni fascia della popolazione mondiale, specialmente nei paesi a maggiore avanzamento economico. Tanto che prenderà il via, nell’ottobre del 2006 per la prima volta nel nostro Paese il Master Universitario di Medicina Cosmetica e dell’Invecchiamento che ha la sua “mission” proprio in questo assunto: oggi più che mai si riscopre l’importanza di una corretta alimentazione, un equilibrato stile di vita, un adeguato movimento fisico al fine di prevenire tante patologie che possono colpirci nella terza età e –in una società in cui l’aspettativa di vita media si alza sempre più bisogna capire che tanti mali fisici hanno senz’altro una connessione più o meno remota con stress, ansie, paure, e che solo curando il fisico nella sua totalità corpo-mente ci si può avvicinare al vero elisir di lunga vita.
Estetica, chirurgia plastica, interventi ricostruttivi, terapie soft di ringiovanimento: sono argomenti di grandissima attualità eppure è importante fare chiarezza sulla terminologia che spesso leggiamo sui giornali. Se, infatti, per Chirurgia Plastica vera e propria si intende la chirurgia ricostruttiva, ovvero la correzione tramite un intervento in sala operatoria di danni subiti in una parte del corpo (a seguito di traumi, incidenti ecc…), per Chirurgia Estetica intendiamo le operazioni che hanno come scopo il miglioramento dell’aspetto fisico, agendo su un paziente che presenta o avverte delle disarmonie in viso o sul corpo.
La Medicina Estetica (detta anche Medicina Cosmetica), invece, si prende cura della parte preventiva di certe patologie o inestetismi, sottolineando il ruolo fondamentale che nel processo “anti-aging” hanno una corretta alimentazione, un adeguato movimento fisico, uno stato d’animo sereno.
Un esempio?
Se la chirurgia estetica in caso di sovrappeso interviene con la liposuzione, sarà compito del medico estetico quello di prevenire che si arrivi ad un intervento del genere, seguendo il paziente in un bilanciato piano nutrizionale.
Nel caso del viso, ad esempio, il medico cosmetico può intervenire sulle rughe con i filler o col botulino, ma non fa interventi chirurgici di lifting. In principio fu la chirurgia estetica, negli anni ’50-’60, con il professor Pitanguy pioniere del settore in Brasile. Solo nel 1973 a Parigi compare per la prima volta la parola Medicina affiancata all'appellativo Estetica. L’unione di queste due parole introduceva un nuovo concetto d'attività medica che mirava a correggere i vari inestetismi del corpo umano, al fine di renderlo più armonico nel suo insieme.
Si affiancava, in pratica, alla Chirurgia Estetica, che da anni già operava in trasformazioni estetiche, la Medicina Estetica che mirava, con tecniche più leggere, a raggiungere un risultato simile. Dal 1973 a tutta la prima parte degli anni ottanta, la Medicina Estetica si diffonde nei paesi limitrofi alla Francia e da qui a tutto il bacino del mediterraneo e all'America Latina, mantenendo il suo carattere di medicina correttiva e comprendendo nei suoi incontri scientifici tutte le metodiche mediche e fisioterapiche che potevano permettere un miglioramento dell'estetica del corpo.
La motivazione di questa rapida e grande diffusione va ricercata nel cambiamento dello stile di vita che interessava sempre più la società moderna. Infatti, in questa, il bene più prezioso era divenuto il tempo. Ognuno accelerava le sue cadenze di vita per inserire nelle ore normalmente a disposizione sempre più cose da fare, sia per nuovi interessi sia per la continua esigenza di vincere la competizione sugli altri.
Da tutto ciò, ne consegue che i tempi d'incontro tra due persone divenivano sempre più rapidi ed insufficienti per approfondire la reale conoscenza del singolo. Questo portava ad una continua ricerca del miglioramento della propria presentabilità: il vestire, il linguaggio, la gestualità e, non ultima, l'estetica.
Il vecchio detto 'l'abito non fa il monaco' cadeva in disuso con l'affermazione dell'esatto contrario: l'impressione data dal primo impatto di conoscenza influenzava l'eventuale interlocutore oltre il nostro reale contenuto. Migliorare l'aspetto estetico di un individuo permette allo stesso di piacersi di più, di incrementare l'accettazione del proprio io e di riequilibrarsi psicologicamente.
Tutto questo non agevola solo la psiche del soggetto ma anche il suo metabolismo. Ma c’è di più: oggi una nuova scienza, la psico-neuro-endocrino-immunologia, fa luce sulle interferenze positive e negative che la nostra psiche, equilibrata o disturbata da ansia, stress e depressione, può avere sulle attività sia del sistema endocrino, interferendo con i nostri metabolismi, sia del sistema immunitario regolando la nostra capacità di difesa contro infezioni e tumori.
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