ROMA - Anche il mal di schiena può essere immaginario. Il fronte delle somatizzazioni, di quei disturbi fisici che hanno una natura psicologica si allarga e tra questi rientra anche il dolore alla schiena. A dimostrarlo uno studio tedesco che ha messo a confronta le popolazioni dell'Est e dell'Ovest pima e dopo la caduta del Muro, di fronte a sollecitazioni esterne che che parlavano spesso di questo dolore. due Milioni di persone nel mondo soffrono o hanno sofferto di mal di schiena. Lo studio pubblicato sull' International Journal of Epidemiology dimostra come i dolori, per molte persone, nascano nella mente. In molti casi, secondo i ricercatori dell'università di Lubecca, si inizia a soffrire di mal di schiena più sentendone parlare dalla televisione o dai colleghi che da una reale percezione del dolore.
Lo studio ha dunque analizzato la salute dei cittadini tedeschi dopo la riunificazione tra Germania dell'Est e dell'Ovest. Nonostante i 40 anni di separazione, le due popolazioni presentavano lo stesso corredo genetico. Subito dopo l'unificazione, il 69% dei cittadini dell'Est lamentava dolori alla schiena, a fronte dell'84% degli abitanti dell'Ovest. Nel 2003 le percentuali si sono equiparate, con lo stesso numero di persone sofferenti tra gli originari delle due parti del Muro di Berlino. Secondo gli autori solo il 15% dei mal di schiena è attribuibile a cause fisiche sottostanti, come lo slittamento di una vertebra o lo stiramento di un nervo, ma negli altri non esiste una causa così evidente.
«Nella Germania dell'Est i media parlavano spesso del mal di schiena come di una causa comune di invalidità lavorativa. Appena la comunicazione è stata condivisa anche dagli altri abitanti del Paese, hanno iniziato a soffrire di più anche gli abitanti dell'Est». Ma il dolore psicologico, secondo Heather Wallace, portavoce del Pain Concern, è un dolore reale altrettanto che quello fisico, «la spiegazione più semplice - aggiunge - è che gli abitanti dell'Est hanno sofferto in silenzio fino al 1989, sentendosi autorizzati a lamentarsi dopo la riunificazione»
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