Allarme clima: «In Italia riscaldamento record

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BeatAurora
00giovedì 13 settembre 2007 11:01
Le coste rischiano di essere sommerse dal mare»

ROMA (12 settembre) - Temperature alte, con aumenti di 4 volte superiori al resto del mondo, e coste in arretramento. A lanciare l'allarme sugli effetti del surricaldamento globale è il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nel corso del suo intervento alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici apertasi oggi a Roma. «Un chilometro su tre delle nostre coste basse - ha aggiunto il ministro - è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni». «La biodiversità marina, così come quella terrestre - ha continuato Pecoraro - cambia e nuove specie aliene si stanno insediando nel Mediterraneo».

L'aumento delle temperature. «Già ora la temperatura in Italia è aumentata quattro volte più rispetto al resto del mondo - ha ricordato il ministro - già ora le piogge diminuiscono, del 5% nell'ultimo secolo, gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per il Sud ma per la Pianura Padana. I nostri ghiacciai hanno perso metà del volume, e un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche».

Tutta l'Europa «si sta riscaldando più velocemente del resto del mondo: quello che preoccupa è il ritmo del cambiamento che colpisce anche il nostro paese», spiega il climatologo Vincenzo Ferrara, coordinatore scientifico della Conferenza nazionale sui mutamenti climatici. «Negli ultimi 50 anni - aggiunge - in Italia si è registrato un aumento di temperatura di 1,4 gradi. Ciò significa che nel nostro paese la crescita della temperatura ha viaggiato alla velocità di 2,8 gradi per secolo, quattro volte sopra la velocità media mondiale degli ultimi 100 anni». «L'aumento delle temperature in Italia è stato quindi particolarmente alto rispetto alla media globale, che comunque continua a salire. Attualmente l'aumento di temperatura - spiega l'esperto - è pari a 0,28 gradi per decade, un ritmo di crescita che se si confermasse porterebbe l'aumento alla quota di 2,8 gradi di media al secolo».

I danni e i costi. A partire da 50 miliardi l'anno la stima dei costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici. Secondo Pecoraro Scanio, per tagliare le nostre emissioni di gas serra servono da 3 a 5 miliardi l'anno, predisporre le misure di adattamento costa da un miliardo e mezzo a due miliardi di euro l'anno. La differenza tra i costi della non azione e quelli dell'azione è tra 10 e 40 volte maggiore a favore dell'azione. Tagliare le emissioni e fare l'adattamento costa tra cinque e sette miliardi ogni anno.

Secondo il ministro inoltre l'Italia è tra i paesi che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdita di vite umane e salute nonché costi economici, ha sottolineato ancora Pecoraro. «I primi a pagare saranno agricoltori ed operatori turistici - ha continuato - la produttività agricola a causa dell'eccesso di caldo e della minore disponibilità d'acqua potrebbe diminuire del 22%: i danni sarebbero pari a 2-3 milioni di euro l'anno». Quanto alle perdite in termini di turismo, Pecoraro ha spiegato come «le regioni mediterranee diventerebbero piuttosto inospitali per il turismo estivo marino, sia per la mancanza d'acqua che per l'eccessivo calore e, il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione. Nel nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero variare nel nostro paese da 200 a 800 milioni di euro all'anno».

Il riscaldamento del Mediterraneo. «Il Mediterraneo è il mare che si sta scaldando di più: in un decennio ha segnato un aumento di 0,6 gradi», dice ancora Ferrara nel suo intervento alla confferenza. E se le acque dei mari si scaldano, non funzionano più così bene come spugna di gas serra. «L'acqua quando è calda perde il gas - afferma l'esperto - quindi gli oceani ne assorbono sempre meno», andando ad aumentare la velocità del circolo vizioso che aumenta la temperatura globale. Poi c'è il fattore cemento, che soffoca i litorali del Belpaese e impedisce agli ambienti costieri di contrastare fenomeni come l'innalzamento del livello del mare e l'erosione: «In Italia l'urbanizzazione delle coste è aumentata del 60% in 10 anni e in questa classifica a livello Ue si piazza al secondo posto dopo l'Estonia». L'innalzamento dei mari è di circa 3,1 mm l'anno, «anche se nel Mediterraneo questo fenomeno per ora non è visibile - dice l'esperto - dovrà comunque tornare in equilibrio con gli altri mari».

La conferenza. Oltre 100 scienziati e esperti sono riuniti da oggi a Roma al palazzo della Fao per la prima Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Agenzia per la protezione dell'Ambiente (Apat). Nella due giorni si farà il punto sull'emergenza clima e in particolare sulla situazione dell'Italia, dove gli effetti, come nel resto del Pianeta, sono già in atto e anche evidenti: spiagge che scompaiono, coste che arretrano, ghiacci alpini che continuano la ritirata, scenari tropicali nella natura. Oltre 2.200 gli accrediti già rilasciati per partecipare alla conferenza, che sarà trasmessa in diretta sia in rete sul sito www.conferenzacambiamenticlimatici2007.it e sul canale satellitare Cinquestelle Sky906. All'apertura dei lavori ci sarà anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Chiuderà invece la due giorni giovedì il premier Romano Prodi.

All'Italia, contro i cambiamenti climatici, serve «un vero e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del nostro Paese», ha detto il ministro dell'Ambiente aprendo la conferenza. Pacchetto sicurezza che, ha detto Pecoraro, «uscirà da questa conferenza». «L'emergenza climatica è davanti agli occhi di tutti. La conferenza - ha aggiunto - è un solo segnale chiaro e non si deve ragionare solo sulla mitigazione e su come ridurremo la CO2, ma anche come, essendo il clima già cambiato, l'Italia si attrezza per la tutela del mare, delle coste, sul risparmio idrico. Ci vuole anche un segnale sul fronte dell'adattamento, che permetta ai nostri cittadini di avere più sicurezza ambientale».

Questa la fotografia dei cambiamenti in atto in Italia di cui si discuterà a Roma

TEMPERATURE: le temperature medie annuali in Italia sono cresciute secondo il Cnr negli ultimi due secoli di 1,7 gradi centigradi. Sono aumentate di più le temperature minime (soprattutto al nord) che le massime, e di più le temperature invernali (soprattutto al sud) che quelle estive. Sono anche aumentate, come durata e intensità, le ondate di calore estivo.

PRECIPITAZIONI: è diminuito il numero complessivo dei giorni di pioggia, soprattutto in questi ultimi 50 anni: la diminuzione è pari a circa 6 giorni per secolo nelle regioni settentrionali e a circa 14 giorni nel centro-sud. La tendenza generale, per tutte le regioni italiane, è un aumento dell'intensità delle precipitazioni e una diminuzione della loro durata. Anche questo ha influito sulle risorse idriche complessive, che tendono a diminuire.

GHIACCIAI: bilancio in negativo nell' estate 2007 per i ghiacciai alpini italiani, che sotto i 3.500 metri a questo ritmo rischiano di scomparire nel giro di 20 anni. Secondo la Società meteorologica italiana il ghiacciaio di Ciardoney sul Gran Paradiso solo quest'estate ha perso 1,5 metri di spessore e il fronte glaciale è arretrato di 10 metri di lunghezza.

FAUNA: il clima cambia e la natura risponde con un nuovo look orientato sul caldo con perdite significative del tipico territorio nazionale e arrivi di specie che prediligono il caldo. La fotografia è stata scattata dalle oasi del Wwf che in questo momento rappresentano vere e proprie «spie climatiche».

ilmessaggero
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