ALINGHI VINCE LA 32/MA COPPA AMERICA
VALENCIA (SPAGNA) - La vittoria ottenuta da Alinghi è lo specchio di una Coppa America equilibrata, che non ha comunque tradito i pronostici della vigilia: tutti (o quasi) indicavano New Zealand nel ruolo di sfidante di Alinghi per la conquista del trofeo. Nessuno (o quasi) se la sentiva, però, di sbilanciarsi sull'esito della sfida finale. Gli appassionati di vela erano tuttavia divisi a Valencia: c'era il partito di chi sperava di tornare in Nuova Zelanda, per una nuova, affascinante e appassionante sfida, e quelli del 'movimento anti-Alinghi'.
Il consorzio svizzero, che ha organizzato una manifestazione per tutti e non per pochi - facendo storcere il naso agli snob di ogni generazione - era accusato di avere infranto ogni regola del buoncostume. E poi, quel team da sempre è considerato svizzero solo sulla carta, poiché in realtà si tratta di una multinazionale della vela, con italiani, neozelandesi, statunitensi, spagnoli, australiani, canadesi, olandesi e un solo velista rossocrociato a bordo.
Nell'ultima regata disputata oggi a Valencia, con condizioni di vento finalmente degne di una sfida così importante, Alinghi ha prima di rischiato di perdere, poi di vincere, quindi di stravincere e alla fine di veder vanificare tutto il lavoro svolto fino a quel momento, a causa della rottura del tangone. La differenza l'ha fatta una penalità, che i neozelandesi - in testa di un'ottantina di metri nei pressi del traguardo - forse hanno scontato con eccessiva fretta. Una manovra sbagliata, come quella che aveva obbligato la giuria a penalizzarli poco prima della boa di bolina: è stato a quel punto che Nzl 92, dopo avere virato sulla layline di sinistra, ha tentato una manovra spericolata per guadagnare l'interno della boa, facendo così scattare la penalità. Una mazzata violentissima sul capo di Grant Dalton, Deam Barker, Terry Hutchinson e compagni.
A quel punto nessuno avrebbero scommesso un centesimo sul successo dei 'kiwi'. Invece, a poche decine di metri dall'arrivo, Alinghi si ferma, perché si rompe il tangone e lo spinnaker cade in acqua, cadono in mare anche le speranze degli svizzeri di poter chiudere il conto senza palpitazioni o sorprese. La disperazione si sostituisce alla gioia per la vittoria imminente e New Zealand passa a condurre. Sembra fatta per i 'kiwi' che devono però scontare una penalità e, mentre girano su se stessi come da regolamento, Alinghi riesce a mettere la prua sul traguardo davanti a quella degli avversari.
A bordo di Sui 100, dalla disperazione si torna alla gioia, mentre i neozelandesi sembrano distrutti, c'é anche chi piange. Peggio di così, la finale della 32/a Americàs Cup, non si poteva concludere per loro. E pensare che fino a qualche giorno addietro conducevano addirittura per 2-1 sugli avversari. Chi l'avrebbe mai detto? La delusione di oggi, per i 'kiwi', supera di gran lunga quella del 2003, quando vennero sconfitti in casa per 5-0 proprio da Alinghi e chiusero la serie con l'albero spezzato. Cioé nel dramma e nel caos più totale.
Per uno strano scherzo del destino, le sconfitte contro Alinghi hanno sempre il sapore della tragedia per i neozelandesi, il futuro del team era legato solo alla possibile riconquista della Coppa America. Le risorse economiche scarseggiano e ciascun componente dell'equipaggio sarà costretto a immaginare un futuro lontano da casa.
La Coppa America rimane dunque in Europa grazie al successo di Alinghi che ha dimostrato di poter essere grande anche senza Russell Coutts. Gli uomini passano, dalle parti della Societé Nautique de Geneve, le vittorie invece si ripetono
ansa.it