Corriere della Sera online
Romero: «Non facciamo alcun commento: chiariremo tutto con la procura»
Fidejussione falsa, perquisita la sede del Toro
Falso e truffa ai danni dell'erario. Sono questi i reati ipotizzati dalle autoritá inquirenti che hanno perquisito la sede del Torino calcio
TORINO - Il Torino calcio ora rischia non solo di non andare in serie A.
Ma anche di non rimanere in serie B. Il Motivo? Falso e truffa ai danni dell'erario. Sono questi i reati ipotizzati dalle autoritá inquirenti che hanno portato in nottata alla perquisizione eseguita dalla Guardia di Finanza della sede del Torino calcio e della casa del patron della societá, Franco Ciminelli.
FIDEJUSSIONE FALSA - Al centro della vicenda una falsa fidejussione che avrebbe permesso al Torino di sfruttare il decreto spalmadebiti e, quindi, di iscriversi regolarmente al campionato di serie A, nonostante i 15 milioni di euro di debito (somma che la societá avrebbe dovuto versare all'Agenzia delle entrate entro la fine di giugno). I finanzieri hanno perquisito anche la sede dell'Ergom, societá di Ciminelli. È probabile che l'inchiesta abbia tempi brevi per chiarire la situazione societaria dal momento che si devono chiudere le iscrizioni al campionato di serie A, serie in cui il Torino Calcio è ritornato dopo due anni nella serie cadetta.
«Non facciamo alcun commento: chiariremo tutto con la procura». Così il presidente del Torino Calcio Attilio Romero ha risposto a proposito delle perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza nella sede della società.
02 luglio 2005