EUTANASIA: UN ALTRO MALATO LANCIA UN APPELLO

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Boypoe
00martedì 26 settembre 2006 16:04
ROMA - E' sempre piu' acceso il dibattito sull'eutanasia. Dopo l'appello di Piergiorgio Welby, copresidente dell'associazione Coscioni malato di distrofia, un altro malato manda un messaggio al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Intanto oggi in Senato si comincera' a discutere della legge sul testamento biologico, verso il quale convergono molti politici.

Giovanni Nuvoli, di 52 anni, di Alghero, ex arbitro di calcio, ha scritto al Presidente della Repubblica perché lo aiuti: la malattia deve fare il suo corso senza l'assunzione di quelle medicine che ne ritardano la morte. Da sette anni è affetto da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), respira grazie ad una macchina, è alimentato tramite un foro nello stomaco e parla con gli occhi. Dopo esser venuto a conoscenza dell'appello di Piergiorgio Welby - ha riportato il quotidiano L'Unione Sarda - anche Nuvoli con gli occhi (attraverso una tavoletta con le lettere tenuta dalla moglie) ha dettato un messaggio dal suo letto nel reparto di rianimazione dell'Ospedale civile di Sassari. "Non vuole assumere più medicinali - ha raccontato la moglie dell'uomo - ed ha voluto scrivere anche lui una lettera al capo dello Stato".

"Gli aspetti più tragici di questa malattia - ha dettato Nuvoli - sono che non si perde affatto la sensibilità e a tutt'oggi vedo, sento e ragiono normalmente. Non ho perso la mia lucidità mentale. Non riesco a immaginare una malattia più crudele di questa. Nessuno è mai guarito da questa malattia. La mia vita sta finendo e io sono capace di accettarlo. Questo è quanto la natura ha previsto per me". Nuvoli non chiede l'iniezione letale ma nemmeno un accanimento terapeutico. "Io sono in grado oggi e lucidamente di decidere se proseguire o meno le cure e trovo assurdo che la legge non tenga in alcun conto la mia volontà".

"Sono problemi enormi che possono coinvolgere ciascun cittadino italiano - ha scritto Nuvoli al presidente Napolitano - ed il Parlamento non può continuare a ignorarli", da qui la sua richiesta per una legislazione "moderna, laica e articolata che metta anche il medico italiano in condizioni di superare il conflitto che spesso deve affrontare da solo, fra il rispetto della legge in vigore ed il suo personale senso morale ed il buon senso".

Mentre gli schieramenti politici sono trasversalmente divisi e il fronte cattolico dice un "no" categorico all'eutanasia, per la Chiesa la "dolce morte" resta un assassinio. L'eutanasia, afferma il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Salute vaticano, "é e resta un percorso di morte".
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