Il virus dell'influenza aviaria sta cambiando:

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BeatAurora
00venerdì 5 ottobre 2007 14:36
aumentano le possibilità di contagio dell'uomo

WASHINGTON (5 ottobre) - Il virus dell'influenza aviaria sta cambiando e la sua mutazione porta a una maggiore possibilità di contagio per gli esseri umani, anche se non si è ancora trasformato in una imminente causa di pandemia. La nuova forma di H5N1 si sta adattando a vivere a temperature piu' bassa nel corpo degli "ospiti" vettori del contagio rispetto ai 41 gradi dei volatili, piu' vicine ai 37 abituali nell'uomo. A lanciare l'allarme è il dottore Yoshihiro Kawaoka dell'università' Wisconsin-Madison. «Abbiamo identificato uno specifico cambiamento che potrebbe consentire all'aviaria di svilupparsi nel tratto superiore del sistema respiratorio umano», ha spiegato Kawaoka, aggiungendo che« i ceppi che stanno circolando in Africa e Europa sono i piu' vicini a trasformarsi in virus umani».

Alcuni campioni prelevato da uccelli nei due continenti presentano queste mutazioni, ha sostenuto il team su un articolo pubblicato sul Public Library of Science journal PLoS Pathogens. «Non intendo spaventare il pubblico, perché non possono fare molto. Ma allo stesso tempo è importante che la comunità scientifica comprenda quanto sta avvenendo», ha aggiunto Kawaoka L'H5N1 dal 2003 ha contagiato 329 persone, che vivevano a stretto contatto con uccelli, in 12 Paesi uccidendone 201.

Raramente si è trasmesso da uomo a uomo ma se acquisisse la capacità di farlo più facilmente probabilità potrebbe causare una pandemia. Per contagiare l'uomo il virus, in particolare, dovrebbe adattarsi alla temperatura basale umana, che è più bassa di quella dei volatili. Al momento l'H5N1 si trasmette negli uccelli che hanno una temperatura corporea di 41 gradi Celsius mentre la nostra è stabile a 37 gradi. Per questo il naso e la gola degli uomini, da dove i virus aerei abitualmente penetrano, sono una barriera naturale perché si trovano a circa 33 gradi. Ma la mutazione riscontrata nei ceppi africani e europei, tutti provenienti con gli uccelli migratori dall'Asia, sembra consentire all'H5N1 di attecchire anche a temperature più basse.

ilmessaggero
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