Parnok, Sofija Jakovlevna

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Boypoe
00venerdì 16 dicembre 2005 19:51
Parnok, Sofija Jakovlevna (1885-1935)
Grandissima poetessa russa, amante fra l'altro anche di Marina Cvetaeva, fu ridotta da Stalin al silenzio e alla solitudine. Entrambi rotti, fortunatamente, dall'amore per una "Musa dai capelli bianchi" che le rese felici gli ultimi anni di vita (minati dalla tubercolosi)

(da "Vite")


Nella folla



Entrasti, come entravano migliaia,

Ma scaturì il fuoco dalla porta,

E mi si rivelò lo stesso segno

Profetico inciso sulla tua mano.



Sì, lo so,- l'anello di Venere

Suggella anche la tua mano:

Troppo cadenzato il tuo incedere,

Troppo fievole il fuoco dello sguardo,



E sotto la cipria il volto è lacrimoso,

Sulle labbra, sotto il belletto, il sangue,-

Sì, sorella mia, sì, ecco come

Bacia - l'amore!
Boypoe
00venerdì 16 dicembre 2005 19:53
Arrossire per un verso dedicato

Ed esigere la restituzione delle lettere,-

È sacro il dono e non dipende

Dalle tue mani sacrileghe!



Che cosa restituire? Su, prendi

Il quaderno scritto rigo su rigo[1],

Ma non restituirò il fuoco, l'acqua

E il vento dei mormorii d'amore!



Non per loro è nera la mia notte,

Vuoto lo sguardo e soave la voce,

Ma so forse quale spiga

Del tuo grano è germogliata?
Boypoe
00venerdì 16 dicembre 2005 19:53
Vedere d'un tratto in un altro animo

Lo stesso terrore, la stessa notte,-

Ah, no! No, non ti rattristerai

Della mia malinconia ebbra.

Com'è bello vederti tubare,

Come un colombo, sotto la mia mano!



Ti riscaldi le piume, come al sole...

E non ti brucerà il mio fremito,

Il mio spirito oscuro voli accanto

Al tuo animo e non lo sfiori,

E nella mia ora mortale l'orecchio
Colga il tuo mormorio quale ultimo suono.
Boypoe
00venerdì 16 dicembre 2005 19:54
Dall'almanacco "Kovceg" [Scrigno] di Teodosia

Ogni sera prego Dio

Perché tu mi appaia in sogno:

Ti ho amata tanto,

Che ormai non ti amo più.



Ogni sera mi porto

Accanto a camere deserte,-

Sveglio la memoria assonnata,

Ma di te non serba ricordo...



Ostinatamente, ancora e ancora,

Con le labbra empie ripeto

Piano il tuo nome

Per destare l'amore...
Boypoe
00venerdì 16 dicembre 2005 19:55
a Marina Baranovic[4]

Tu giovane, dalle gambe lunghe!

Col corpo alato così mirabile!

Con quale stento trascini goffamente

Lo spirito, turbato per la malinconia!



Oh, conosco questo incedere dello spirito

Tra vortici della notte e frane nei ghiacci,

E questa voce, che sorda scaturisce

Da vive profondità, note a Dio.



Ricordo le tenebre degli stessi occhi chiari.

Come davanti a te, tacevano tutte le voci,

Quando lei, folleggiando coi versi,

Ci avvampava con la sua sbadatezza.



Come stranamente me la ricordi!

Gli stessi riverberi rosei, dorati,

Madreperlacei sul viso, la pelle di seta,

Lo stesso battito del tepore...



Lo stesso gelo dell'astuzia perfida

E l'ambiguità!... Ma l'ho perdonata!

Ti amo e, attraverso te, Marina,

La visione della tua omonima!
Boypoe
00venerdì 16 dicembre 2005 19:56
Rosa canuta

È notte. Nevica.

Mosca dorme... E io...

Oh, come non dormo,

Amore mio!



Oh, come canta riarso

Il sangue di notte...

Ascolta, ascolta, ascolta!

Amore mio:



V'è nei tuoi petali

L'argento del gelo.

Oh, rosa canuta,

A te il mio verso!



Respiri sotto la neve,

Rosa di dicembre,

Elargendomi

Sconsolato languore.



Canto e piango,

Piango e canto,

Piango ché perderò

La mia rosa!



16-17 giugno
BeatAurora
00venerdì 16 dicembre 2005 21:15
Sono stupende Boy... [SM=g27822]
[SM=x660558]
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