Boypoe
00giovedì 28 settembre 2006 09:05
VITERBO - Parla lentamente, ma scandisce con precisione e proprieta' di linguaggio i concetti, Valeria Paolini, la ragazza di 18 anni, di Grotte di Castro, uscita dal coma dopo 3 mesi e che tra le prime cose ha chiesto di poter sostenere gli esami di maturita', superandoli con 82/100. 'Mi avete fatto diventare famosa dice la ragazza al telefono - da quando avete diffuso la notizia della mia storia ho ricevuto telefonate da tutti i giornali e anche dalla Rai. Oggi pomeriggio mi verranno ad intervistare'.
Da meta' dello scorso marzo Valeria e' ricoverata nell'ospedale San Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta, a Roma, dove sta seguendo un intenso programma di riabilitazione motoria e del linguaggio. In precedenza era stata circa 3 mesi nel centro di rianimazione del San Camillo, dove era stata ricoverata in stato di coma dopo un incidente stradale che l'aveva ridotta in fin di vita. Era il 18 gennaio. 'Ricordo solo dice ancora la ragazza che c'era tanta nebbia e un albero. Poi il buio'.
Valeria era alla guida della Fiat Punto del padre, con la quale si stava recando a Canino. Perse il controllo dell'auto e cozzo' contro un albero. Quando giunsero i soccorsi, rallentati dalla fitta nebbia, era gia' in coma. Del suo risveglio, avvenuto lo scorso aprile, invece, non ricorda nulla. 'Mi hanno detto spiega che una notte ho gridato. L'infermiera si e' spaventata perche' in quella stanza nessuno poteva parlare. Si e' avvicinata e mi ha chiamato. Io ho emesso un altro grido. E da li' ho cominciato a risvegliarmi. I primi tempi comunicavo con i miei e con i medici indicando le lettere dell'alfabeto su un cartello. E' stato con questo metodo che ho detto alla mia insegnante di lettere, la professoressa Pierangela Matracci, che volevo sostenere gli esami di maturita'. Lei mi ha risposto che prima dovevo pensare a guarire. Ma quando ha capito che ero determinata mi ha detto che mi avrebbe aiutata in tutti i modi. Affrontare la maturita' e' stato come rinascere di nuovo.
Durante gli esami ho capito che sarei tornata quella di prima'. Valeria e' consapevole che dovra' lottare ancora a lungo per riacquistare completamente il controllo dei movimenti, ma ha anche le idee chiare sul suo futuro. 'Voglio iscrivermi all'universita' aggiunge - frequentero' psicologia o biologia. Decidero' nei prossimi mesi. Ho tempo, devo completare la riabilitazione'. Alla domanda su come abbia trovato la forza per reagire a cio' che le e' capitato risponde: 'Sono stati essenziali i miei genitori, mamma Regina e papa' Giuseppe, che dal giorno dell'incidente si sono trasferiti a Roma, in un centro d'accoglienza del San Camillo, per starmi vicino. Mio fratello Claudio che ha passato accanto a me tutto il tempo libero dal lavoro. E poi le mie amiche, che mi hanno fatto visita anche quando ero in coma e non potevo vederle, e che continuano a venirmi a trovare. Sono state eccezionali'. Poi racconta le sue giornate in ospedale: 'La mattina faccio terapia motoria e del linguaggio. Dopo pranzo leggo molto - ho appena iniziato il libro 'Ho voglia di te' di Federico Moccia -, guardo la televisione e vado in giardino. Quando e' cattivo tempo giro per l'ospedale. Ho fatto molti amici, soprattutto tra i giovani che hanno problemi analoghi ai miei.
Ovviamente ho sempre i miei accanto. La domenica seguo le partite di calcio, sono molto tifosa della Lazio, anche se quest'anno siamo messi maluccio. Tra una cosa e l'altra penso a quando usciro' da qui e potro' tornare a Grotte di Castro, il mio paese'. Infine Valeria racconta di essersi molto emozionata quando le e' stata consegnata la lettera del ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni. 'Non me lo aspettavo. Mi ha fatto piacere e mi sono commossa. Non credevo che un uomo importante si potesse interessare alla mia vicenda'.