Saddam condannato a morte

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BeatAurora
00martedì 7 novembre 2006 07:56
Ergastolo per ex vicepresidente Iraq

Chiuso il processo per la strage di Dujail nel quale Saddam Hussein è stato condannato a morte mediante impiccagione. Pena capitale anche per Awad Hamed Al Bander, ex presidente del tribunale rivoluzionario. A Taha Yassin Ramadan è stato inflitto l'ergastolo. Quindici anni di prigione, invece, per altri due imputati: Ali Dieh Ali e Mohammed Abdullah Ruaid che sono stati condannati per omicidio volontario.

La giuria ha riconosciuto l'ex presidente iracheno colpevole di crimini contro l'umanità. Il deposto presidente, visibilmente scosso, ha urlarto "Allah Akbar!" (Dio è il più Grande) e "Lunga vita alla nazione!". Insieme con Saddam, sono stati condannati a morte il fratellastro Barzan al Tikriti e l'ex giudice Hawad Amad al Bandar. L'ex vicepresidente Taha Yassin Ramadan dovrà invece scontare l'ergastolo. La corte ha inflitto poi 15 anni di carcere a tre esponenti del partito Baath: Abdallah Khaden Ruweid, suo figlio Mizhar Abdallah Ruweid e Ali Daeh Ali. L'unico assolto è un quarto funzionario baathista, Mohammed Azzawi al Alì.




BARZAN AL TIKRITI: IMPICCAGIONE

E' stato condannato a morte per impiccagione, come richiesto dal pubblico ministero, il fratellastro di Saddam da parte di madre. E' stato per anni il capo dei servizi segreti, il famigerato Mukhabarat. Prima di diventare il "5 di fiori" nel mazzo di carte degli uomini più ricercati dell'Iraq e di essere quindi catturato pochi giorni dopo la caduta di Baghdad nell'aprile del 2003, è stato nel suo Paese uno degli uomini più potenti e temuti, come esecutore materiale della repressione ordinata dal capo dello Stato. Secondo l'accusa aveva personalmente torturato diversi iracheni.







AWAD HAMED AL BANDER: IMPICCAGIONE

Ex presidente del tribunale rivoluzionario ed ex giudice ha pronunciato la condanna a morte per i 148 sciiti del villaggio di Dujail processati sommariamente per il fallito attentato a Saddam Hussein del 1982. Il pubblico ministero Jaafar al Mussawi lo ha accusato di aver sostenuto il crimine di Saddam Hussein, ma aveva lasciato al tribunale la decisione sull'entità della pena.







TAHA YASSIN RAMADAN: ERGASTOLO

Per lui il pubblico ministero aveva richiesto la pena di morte. Sessantotto anni ed è stato sin dall'inizio della rivoluzione baathista ai primi degli anni '60 uno degli uomini più vicini a Saddam Hussein, che lo aveva premiato nominandolo vicepresidente, carica che mantenne fino al crollo del regime. E' stato inoltre capo dell'esercito popolare durante la guerra con l'Iran. Le forze americane gli avevano dato il 'titolo' di "10 di quadri" nel famoso mazzo di carte, ma a catturarlo, nell'agosto del 2003, sono stati i peshmerga del Kurdistan, una regione dove si era reso responsabile della feroce repressione voluta da Saddam alla fine degli anni '80, così come nelle regioni sciite del Sud del Paese.






LEADER PARTITO BAATH: 15 ANNI

Abdullah Kadum Ruwaid, il figlio Mizhir Abdullah Kadum Ruwaid e Ali Dieh Alì tutti condannati a 15 anni di carcere per omicidio volontario. Erano all'epoca dei fatti funzionari locali del partito Baath. Mussawi aveva chiesto, senza precisarla, una condanna più lieve.



SCATTA L'APPELLO

Saddam Hussein e i due coimputati per la strage di Dujial, il fratellastro al Tikriti e l'ex giudice al Bandar, condannati a morte, non saranno giustiziati subito. La legge irachena prevede che, in caso di pena capitale, scatti automaticamente la procedura d'appello. Una corte di nove giudici valuterà i casi: in caso di irregolarità si aprirà un nuovo processo. Diversamente, le condanne saranno eseguite entro 30 giorni.



tgcom
BeatAurora
00martedì 7 novembre 2006 07:58
Saddam, via al ricorso in appello
Entro 30 giorni sentenza del tribunale

E ' cominciato il ricorso in appello contro la condanna a morte di Saddam Hussein e di altri due coimputati al processo per lo sterminio di 148 cittadini sciiti di Dujail nel 1982. La procedura scatta automaticamente per i condannati a morte (oltre a Saddam, Barzan Ibrahim al Tikriti e Awad Hamed al-Bandar) e per Taha Yassin Ramadan, condannato all'ergastolo. Gli altri imputati ne potranno fare richiesta. Durerà 30 giorni.


Secondo gli statuti del tribunale iracheno, creato nel dicembre 2003, l'appello è consentito a tutti gli imputati e al procuratore generale, ma dovrà essere motivato da un errore di procedura o da qualche violazione del diritto.

Appena presentato, il ricorso in appello sarà preso in esame dalla Camera d'Appello del tribunale, composta da nove giudici. Se la corte riterrà l'appello fondato, dovrà avere luogo un nuovo processo. In caso di ratifica della decisione presa in prima istanza, invece, la sentenza dovrà essere applicata entro 30 giorni, secondo gli statuti del tribunale.

Per i casi di condanna a morte, il decreto d'esecuzione dovrà essere firmato dal presidente della Repubblica o dai suoi vicepresidenti. "Per quanto riguarda gli altri processi, il tribunale procederà solo rispetto agli imputati ancora vivi, poiché coloro che sono stati giustiziati non possono più essere perseguiti", ha indicato il procuratore generale Jaafar al Mussaui.

Gli statuti precisano inoltre che nessuna autorità, nemmeno il presidente della Repubblica, può utilizzare il diritto alla Grazia né permutare le pene pronunciate dal tribunale.



Martedì verrà tolto il coprifuoco


Il coprifuoco decretato a Baghdad e in altre due province in coincidenza con il verdetto nei confronti di Saddam Hussein sarà revocato. Secondio quanto riferito dall'ufficio del premier Nouri al Maliki, dalle 6 di martedì mattina potranno tornare a circolare i veicoli nelle strade della capitale. Discordo diverso invece per i pedoni che possono uscire già dalle prime ore di lunedì pomeriggio.

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