Recensioni
Anno di uscita: 2004
Etichetta: Interscope
Pubblicato il: 05-01-2005
TRACKLIST:
1. Vertigo
2. Miracle Drug
3. Sometimes You Can't Make It on Your Own
4. Love and Peace or Else
5. City of Blinding Lights
6. All Because of You
7. A Man and a Woman
8. Crumbs from Your Table
9. One Step Closer
10. Original of the Species
11. Yahweh
U2
How to Dismantle an Atomic Bomb
Autore: Andrea Mele
Ragionare su cosa gli U2 oggi possano avere ancora da dire in ambito musicale e cercare di analizzare obiettivamente il loro ultimo album non è stata impresa facile. Mi trovo infatti catapultato in mezzo ad un mare di ricordi fatti di suoni, esperienze, immagini, parole, riflessioni. Gli U2 hanno incrociato, in un modo o nell'altro, il "percorso" musicale di tutti noi musicofili di fine novecento. Ci hanno lasciato loro stessi in tutte le salse, punk, rock, pop, blues, elettronica. Lo strabordante appoggio mediatico li ha poi elevati a simbolo dell'intera musica moderna, rendendoli più grandi di quanto fosse necessario, mostrando soprattutto crepe e dubbi riguardo la genuinità della loro musica. How To Dismantle An Atomic Bomb è un ritorno: al passato, alla normalità di una musica fatta principalmente di accordi, armonici, melodie. Un dietrofront che riguarda anche la scelta del produttore, Steve Lilliwhite, già collaboratore fidato dei primi tre album del gruppo. E' anche la ricerca di un sound più aggressivo,naturale e meno plasticoso del precedente All That You Can't Leave Behind. E'una raccolta di canzoni, più o meno riuscite, più o meno orecchiabili, più o meno pretenziose. Un disco che fino alla sesta traccia "All Beacuse Of You" sembra decollare, volare in certi tratti: la ruffiana Vertigo cattura l'attenzione per il sorprendente dinamismo della chitarra di The Edge, mentre la saudente ed enfatica "Miracle Drug", l'episodio certamente migliore dell'album, rispolvera il tipico U2-sound. Una sorta di sbadiglio cosmico, però, accompagna lo scorrere delle restanti tracce, interrotto soltanto dal rock nudo e crudo di "All Because Of You" e il tentativo synth-rock di "Love and Peace or Else". Basso e batteria, più incisivi e carichi, sembrano di canzone in canzone recupare quello spazio perduto nei meandri del precedente album, senza tuttavia donare particolare groove e ritmo all'opera, come invece era accaduto per il futuristico Pop. Un disco che si conclude in sordina, trascinandosi dal rock senile di "Crumbs From Your Table" fino all'imbarazzante ballata finale, "Yahweh". Insomma, tutt'altro che un gradito ritorno. O meglio, tutt'altro che un ritorno a ciò che gli U2 erano, la musica che esprimevano e il pathos che tiravano fuori. Piacerà a chi desideri - ancora una volta - lasciarsi incantare dal timbro melodico di Bono (qui, peraltro, spesso insopportabile) e la chitarra tintinnante di Edge, ma deluderà - ancora una volta - gli altri.
Tratto da rocklab.it
[Modificato da BeatAurora 28/02/2005 19.19]