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10/03/2006 - Genoa, riecco Perotti: ''Riacquistare fiducia''
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Trasmette sicurezza Attilio Perotti. E' lucida la sua analisi sul momento che sta attraversando la squadra. E grande la voglia di spargere un po' di ottimismo, senza per questo nascondere la realtà dei fatti. "Molte volte il calcio fa capire di non avere un filo logico e non ha capo nè coda. Quando pensi di aver raggiunto la tranquillità può cambiare tutto e in poco tempo. Per il blasone che ha, il Genoa si diceva che fosse di passaggio già all'inizio del torneo e così sono andate le cose sino a un certo punto. E' andata bene per i punti conquistati sul campo, senza aver mai dato la sensazione di poter ammazzare il campionato. Insieme ai risultati è cambiata la mentalità e gli altri ne hanno approfittato per rifarsi sotto e si è giunti alla situazione che mi ha coinvolto. Tocca a me cercare di dare sprint e voglia a una squadra che psicologicamente ha accusato un calo e la responsabilità di aver assitito all'esonero del tecnico. Sono giocatori che ragionano e hanno capito che ha pagato uno per tutti. E' fondamentale ritrovare adesso l'autostima, ma ieri nella partitella non ho visto giocare come gioca una squadra in testa alla classifica. Problemi nella costruzione del gioco, credo che vi sia anche una componente mentale su cui lavorare e poi manca il gioco senza palla. Ieri qualche giocatore l'ho provato in posizioni diverse dal consueto a partire da Rossi. Lui ha quasi sempre fatto l'esterno destro, ma qualche volta l'ho visto come mezzala e con buoni risultati. Mamede? Può avere incontrato delle difficoltà ma è uno con esperienza in A, B e internazionale. Può dare un contributo importante, in termini di equilibrio, pur non essendo dotato di un grande passo. Ha fatto il mezzodestro nel primo tempo e il catalizzatore di gioco nella ripresa. Scarpi? Quando sono arrivato ho chiesto alla società la lista degli elementi disponibili e lui era tra questi. Gazzoli sino a ieri era ancora un po' frastornato e, dopo un colpo come ha preso, occorre avere cautela e Barasso ha si è già messo in evidenza con grandi parate. Scegliere è comunque il mio mestiere e questo non mi preoccupa di certo. Anche Lamacchi era nell'elenco di quelli disponibili e lo conosco per averlo avuto a Verona, ma prima deve recuperare sotto l'aspetto fisico. In ogni caso ha dimostrato in passato di essere uno da Genoa. Grabbi l'ho invece avuto a Ravenna e non è una prima punta. L'ho tenuto fuori perchè volevo vedere all'opera gli altri e comprendere come comporre il mosaico per tirare fuori il meglio da ognuno. Per quel ruolo le alternative sono solo quelle di Caccia e di Lopez, l'organico forse non è completo, ma non va dimenticato quanto sia stato bravo ad arrivare dove è arrivato. Giuntoli qualche movimento da prima punta, a livello di aperture, lo ha nel suo bagaglio pur non essendo supportato dalla stazza fisica. Con l'handicap dei tre punti di penalizzazione e una gara in meno delle concorrenti, questa squadra ha subìto meno gol di tutti e ne ha fatti quanti lo Spezia passando da strade diverse. Tornando a Lopez, la società ha fatto un investimento e deve superare i problemi di ambientamento. Un mese fa è stato paracadutato in una realtà nuova e in una categoria mai vista. Si può farlo giocare per recuperarlo o stargli dietro negli allenamenti per metterlo nelle condizioni di dare il massimo. Nel calcio, più in generale, non si inventa nulla e i giocatori vanno utilizzati per le loro caratteristiche. Rivaldo? L'ho seguito come ho fatto con gli altri, da allenatore sono cresciuto nel settore giovanile e qualche intuizione magari l'ho affinata. Per quanto riguarda la difesa, è vero, ho detto che inizialmente ho sempre giocato a quattro. Ma intendevo letteralmente così, perchè in corsa ci si può difendere anche in tre. Anzi, uno dei quattro deve staccarsi quando abbiamo il pallone e quindi le posizioni cambiano automaticamente. Non credo che i gol incassati nelle ultime gare, più che altro su palle inattive o a causa degli infortuni dei singoli, pesino sul rendimento di un solo reparto. Probabilmente si è abbassata inconsciamente la guardia, ma le piccole cose fanno quelle grandi e la differenza. C'è stata una diminuzione di attenzione e concentrazione, da parte mia ho messo qualche seduta in più settimanale. Allenamenti non necessariamente lunghi, ma aumentando la pressione e più intensi per cercare di innalzare appunto questo picco. Sono stato accolto molto bene dalla piazza e di questo non avevo dubbi; chi mi conosce sa quanto io tenga al Genoa e ne sia tifoso. Sono l'unico allenatore che si è seduto su questa panchina quattro volte? Beh, vuol dire che sto proprio invecchiando, ho sfiorato due promozioni e mi considero un genoano ottimista. Mi piace infatti guardare la metà piena del bicchiere".
(www.genoacfc.it)

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