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28/5/2007
"La nazionale, ma dopo il 2010"
Ancelotti: "Un finale straordinario"


Carlo Ancelotti si gongola ancora per la vittoria della Champions. "Il finale di stagione è stato un capolavoro - ha spiegato l'allenatore del Milan a 'Radio Anch'io'. - Abbiamo avuto difficoltà fino a dicembre, poi il finale è stato sorprendente". Il tecnico emiliano non resterà però in rossonero per sempre. "Quando questa storia finirà - ha proseguito - mi piacerebbe allenare la nazionale. Ma dopo il 2010".

Ancelotti invia un chiaro messaggio al Milan, proprio alla vigilia dell'inizio del mercato. Il tecnico rivela di voler rimanere in rossonero fino al 2010, magari dettando le proprie condizioni sul rinnovo, ma poi è pronto a 'togliere il disturbo' lasciando magari la panchina ad un altro ex giocatore rossonero per tentare l'avventura con la nazionale. Quindi senza tradire la sua fedeltà alla maglia del Milan. "Io penso di allenare tutta la vita il Milan - ha spiegato il tecnico. - Continuerà sicuramente questa avventura, che dura dal 2001, poi quando questa storia finirà mi piacerebbe allenare la Nazionale. Ma questo sarà sicuramente dopo il 2010".

Ma poi lo sguardo del tecnico emiliano si sposta su un bilancio alla stagione del Milan. "A novembre sicuramente ci credevo poco anch'io, poi è stata fondamentale la sosta, con i 10 giorni di preparazione a Malta e il recupero di giocatori importanti - ha spiegato. -Ci ha permesso di avere più fiducia per il finale. La svolta è stata poi il fatto che siamo risaliti in campionato, visto che avevamo l'obiettivo di fare la Champions l'anno prossimo. In coppa la partita decisiva e' stata la vittoria col Bayern in trasferta che ci ha dato il passaggio del turno". Il problema si è rivelato non aver fatto la preparazione atletica estiva. "Il fatto che i ragazzi reduci dal Mondiale hanno fatto solo una settimana di vacanza - ha proseguito - non ci ha permesso di lavorare in estate e questo ha portato a una condizione atletica approssimativa e a un eccessivo numero di infortuni, quando poi abbiamo messo un po' di lavoro nelle gambe la squadra ha cominciato a rifiorire". Ma non è un Milan da rifondare. "Pensiamo che l'ossatura della squadra sia già ben definita - ha dichiarato l'allenatore. - E' vero che abbiamo un capitano che ha 39 anni e che non potrà fare tutte le partite, ma la sua presenza è importante al di là delle partite che potrà giocare. Lui rappresenta la continuità di questa società, questo testimone può essere raccolto da altri giocatori, come Nesta, Pirlo, Gattuso, Kakà, Gilardino, tutti giocatori ancora giovani e nel pieno della loro maturità".

Il tecnico conferma anche la necessità di acquisti. "Qualche innesto deve essere fatto, visto pure che dobbiamo giocare la Supercoppa e la Coppa Intercontinentale e qualcosa dobbiamo sicuramente fatto per mantenere la competitività della squadra - ha concluso - Sheva? Dipende solo ed esclusivamente dal Chelsea, che però ha pagato tantissimo. L'insospettabile? Non è Ibrahimovic".


tgcom
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