00 07/12/2005 13:00

Aumentano i casi di shopping compulsivo
Sentono la necessità di doverlo fare ad ogni costo: comprare. Un impulso irrefrenabile e immediato a cui non possono sottrarsi e che provoca loro tensioni fino a quando non hanno comprato qualcosa. Sono i malati di shopping compulsivo, nella stragrande maggioranza donne, per i quali fare compere è un comportamento ripetitivo che li assorbe completamente, con capovolgimenti ovviamente catastrofici sulla loro vita familiare, sociale e finanziaria tanto da portarli a volte a perdere addirittura il lavoro.


Un fenomeno da non sottovalutare, tanto che oggi si può curare anche alle Asl. Basti pensare che secondo alcuni dati riportati nel Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta, realizzato da Caritas italiana e Fondazione Zancan, sarebbe affetta da shopping compulsivo una quota compresa tra l'1 e l'8% della popolazione adulta e secondo alcuni autori il 90% dei consumatori effettua periodicamente acquisti compulsivi, inoltre, intervistati su questo tema due quinti di un campione di popolazione adulta si definisce "consumatore compulsivo".
Tante le cause che possono provocare questa patologia, dalle difficoltà affettive alla depressione, la necessitàdi riempire con cose materiali dei propri vuoti personali,
ansia e fuga dalle proprie responsabilità. '

Ne sono affette soprattutto donne, di età compresa tra i 35 e i 45 anni: prodotti prediletti i vestiti, ma non solo.
Gli ultimi dati rivelano che anche nei ragazzi si sta sviluppando sempre più una "predisposizione" allo shopping compulsivo soprattutto riguardo l'acquisto di cellulari. Si parla di "predisposizione" perchè generalmente i giovani non dispongono di soldi propri, ma il problema può diventare grave quando raggiungono un'indipendenza economica.

Il trattamento consiste in una cura farmacologica con medicinali che diminuiscono l'ansia ed in un'importante terapia, individuale e di gruppo, che coinvolge anche partner e familiari. Si cerca di capire le cause, le dinamiche che hanno causato questa dipendenza e si attuano delle strategie comportamentali.
Ai malati, per esempio vengono sottratte le carte di credito perchè devono recuperare il valore del denaro, che hanno perso con la difficoltà di gestire in propri soldi. La terapia individuale dura all'incirca un anno e mezzo, ma la psicologa spiega che non si parla mai di "una guarigione", perchè una possibile ricaduta è sempre dietro l'angolo, soprattutto dopo i primi 6- 7 mesi dalla fine delle sedute; per questo motivo, nonostante il distacco dalla terapia, il paziente rimane sempre in contatto con il gruppo. Il trattamento è insomma uguale a quello delle altre più tipiche dipendenze senza sostanze.

Tutte le dipendenze senza sostanze hanno matrici comuni e quindi vengono trattate in modo simile, da quelle comportamentali da gioco d'azzardo e da tecnologie
digitali a quelle da shopping compulsivo. Bisogna infatti distinguere tra dipendenze illegali (per esempio la tossicodipendenza) e dipendenze legali (per esempio da tabacco, da gioco) che coinvolgono persone integrate nel tessuto sociale, ma creare tanti centri per le dipendenze specifiche sarebbe poco funzionale, si tratta in tutti i casi di dipendenze comportamentali.

Attenzione soprattutto a curare la dipendenza da shopping semplicemente assumendo medicine, spiegano gli esperti. Si è notato che l'assunzione di medicinali serotoninici, che aumentano il tasso di seratonina nel sistema nervoso, riducono e migliorano il controllo sullo shopping compulsivo. Ma la sola assunzione di questi farmaci o di antidepressivi non risolve il problema, è necessaria la terapia.

Un altro punto da tenere presente è il fatto che spesso sono affette da shopping compulsivo persone che non hanno grandi disponibilità economiche, la cui reazione patologica si manifesta per carenze di altra natura. Questa dipendenza non pesa solo sulla persona ma su tutta la sua famiglia, abbandonati a loro destino.

Negli ultimi anni con il moltiplicarsi delle opportunitàdi fare acquisti, lo shopping compulsivo si è diffuso a macchia d'olio. Basti pensare alla possibilità di comprare quantità smodate e differenziate di prodotti via internet, comodamente seduti sul divano di casa. Inoltre le vendite telefoniche, quelle televisive ed ancora la possibilità di rateizzare i pagamenti. Insomma, un autentico bombardamento ed una montagna di tentazioni per le persone affette da questo tipo di patologia.

Dipendenti da shopping, i malati del nuovo millennio, mentre si attende un riconoscimento scientifico ed ufficiale anche per questo tipo di patologie, come per il gioco d'azzardo, la lista delle nuove dipendenze si allunga: workalcoholim, ovvero dipendenza dal lavoro, dipendenza da internet e nuove tecnologie ed addirittura la più
specifica dipendenza da sms.

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tgcom
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