Dopo la morte del padre Vlad III fu fatto prigioniero dai turchi e successivamente servì come ufficiale nel loro esercito, imparando alcune delle tecniche di tortura di cui poi si sarebbe servito abbondantemente. Una volta fuggito, si rifugiò presso uno zio, Iancu de Hunedoara, un nobile rumeno; più tardi Vlad ne sposerà la figlia. Dopo svariati tentativi di salire al trono della Valacchia, ci riuscì infine il 22 agosto 1456, a soli 25 anni. L'inizio del suo regno fu caratterizzato dal passaggio di una cometa sull'Europa; per molti fu un cattivo presagio, ma non per Vlad, il quale lo prese come un buon auspicio, al punto di far incidere la cometa su una faccia delle monete, mentre sull'altra appariva l'aquila valacca.
Uno dei più acerrimi nemici dell'Impero Ottomano, Vlad iniziò una riorganizzazione dello stato, dell'esercito, e una riforma delle leggi, in primo luogo applicando la pena capitale per impalamento a tutti coloro che egli considerava nemici: banditi, ladri, mendicanti, preti astuti, nobili traditori, e usurpatori sassoni, i quali miravano a rimpiazzarlo o con il cugino Dan cel Tanar (Dan il Giovane) o con il fratello naturale Vlad Calugarul (Vlad il Monaco).
Gli storici ottomani llo soprannominarono Vlad Tepes ovvero Vlad l'Impalatore (in rumeno, TEAPA=palo), e con questo nome fu conosciuto dagli storici rumeni, tuttavia egli era solito firmare con il nome di suo padre Draculea; di ciò vi è testimonianza in uno dei primi documenti che lo riguardano, il quale risale al 20 settembre 1459 e anche nel ritratto di Odhsenbach Stambuch da Stoccarda.
Successivamente, Vlad fu arrestato da suo cognato Matei Corvin a causa di un traditore e passò più di 10 anni in prigione a Visegard, vicino a Buda.
Tornato al trono nal 1476 grazie all'aiuto di Stefan cel Mare (Stefano il Grande), Principe di Moldavia, del Senato della Repubblica di Venezia e di Papa Sisto IV, Vlad riprende la sua lotta contro gli ottomani, ma verso la fine dello stesso anno viene assassinato a Snagov da Laiota Basarab, il quale gli successe al trono della Valacchia.
Una delle descrizioni migliori di Vlad III soggiace nelle pagine scritte dal suo contemporaneo Papa Pio II, il quale si meraviglia del titanismo di quest'uomo che visse nel tempo più ambiguo del Rinascimento, assommando in sé ogni virtù e ogni scelleratezza. Lo guarda con invidia: "era bello," dice, "alto e forte, nato per comandare gli eserciti; ma era anche un grande intellettuale, legato alla tradizione esoterica, all'alchimia, all'evocazione degli spiriti." Insomma la perfetta incarnazione dell'uomo totale del rinascimento.