FANTASMI DI GENOVA
Si dice che la notte del 24 giugno, festa patronale di S. Giovanni Battista, nella navata centrale della cattedrale di S. Lorenzo si riuniscano gli spiriti di tutte le maestranze che, più di mille anni fa, hanno contribuito a costruire la chiesa, dagli architetti fino agli scalpellini. Sostano per un po' lì, poi salgono fin sulla cupola in processione, osservano la città per un po', poi tornano giù e spariscono.
Sarebbe bello avere modo di sapere se questa suggestiva leggenda abbia un fondo di verità.
Entriamo nei vicoli da Via Luccoli, è una lunga via in discesa che porta quasi al mare, in cima, dove ora c'è una piazza, in tempi molto remoti c'era un boschetto da cui il nome Luccoli (da "lucus", bosco sacro). Si pensa che in quel bosco venissero praticati sacrifici umani. Ad alcune persone di cattivo umore che percorrevano la via è apparso davanti un bambino seminudo che, senza dire nulla, s'è limitato a sorridere per poi svanire nel nulla. Dietro di sè lascia una sensazione improvvisa di benessere e di sollievo. La spiegazione parapsicologica che è stata data è che forse si tratta dello spirito di un bimbo sacrificato nell'antico bosco.
Nel cuore della città vecchia c'è poi la chiesa di San Donato, dall'insolito campanile ottagonale. La chiesa è molto antica e, preferibilmente in autunno, compare lo spettro di un uomo che si appoggia ad una colonna all'interno oppure nello stipite del portone all'esterno e guarda le persone torvo. Si pensa sia lo spirito di un nobile che nel XVII secolo prese parte ad una congiura in cui rimase ucciso.
Nella chiesa di San Cosma, invece, nelle notti senza luna ci si può imbattere in figure indistinte incappucciate, presumibilmente le anime degli appartenenti alle antiche congregazioni di città.
Molto più piacevoli sono gli spettri della Villa Saluzzo Bombrini, costruita alla fine del XVI secolo. Sembra che al crepuscolo si possano udire bisbigli di donne e uomini che si scambiano segreti.
Tuttavia, lo spettro più famoso della città e quello della vecchietta di Vico Librai. In molti l'hanno vista, anche persone al di sopra di ogni sospetto in fatto di scetticismo. Pare comparire solo tra Natale e Capodanno negli anni particolarmente freddi; è vestita come una genovese di una volta, con una lunga gonna nera e un fazzoletto in testa e chiede a tutti, in genovese, dov'e' casa sua, Vico Librai. Il vico in questione è stato abbattuto insieme alle case circostanti intorno alla fine degli anni 60 per far posto ad un nuovo complesso di palazzi... a detta di tutti, è stato uno scempio.
La vecchina ha fatto la sua comparsa anche in un bar, in una serata nevosa e ha chiesto da bere, il barista ha voluto darle un bicchiere di latte che lei non ha bevuto ma ha voluto pagare con alcune monete. Tempo che il barista si girasse e si rendesse conto che lei aveva lasciato il borsellino che la vecchina era scomparsa e fuori, sulla neve fresca, non c'erano impronte.
Il borsellino conteneva alcune monete del Regno d'Italia, un bel rosario e delle immaginette che ad una verifica, si sono rivelate tutte cose autentiche ottocentesche che nessuno avrebbe lasciato in un bar per scherzo.
Perfino un suo parente, un nipote, l'ha vista e l'ha riconosciuta ed è rimasto talmente impressionato da cader per terra.
Queste sono alcune segnalazioni di fantasmi che compaiono a Genova. Ce ne sono altre ma non hanno riscontri da diverso tempo mentre queste sono storie che rivivono di continuo perché c'è sempre qualcuno che vede questi spettri.