00 05/04/2006 19:43
Nuova ondata di azioni penali e civili contro il file sharing. Sulla scia di una vasta operazione anti-pirateria, la Federazione internazionale dei fonografici (Fimi) ha infatti annunciato di aver presentato quasi duemila denunce contro il download illegale in tutto il mondo. In Italia, il Nucleo Regionale della Guardia di Finanza di Milano ha effettuato 39 perquisizioni su tutto il territorio sequestrando 15 server appartenenti alla comunità "Freeazzurra", accusata di condividere milioni di file protetti dal diritto d'autore, e denunciato 44 persone, ree di aver diffuso illecitamente materiale musicale protetto.


Stando alle cifre fornite dagli inquirenti, si tratterebbe di un'operazione senza precedenti nel nostro Paese. "L'intero sistema - hanno spiegano gli esperti delle Fiamme Gialle - era costituito da una comunità virtuale in grado scambiare, divulgare online, trasmettere attraverso web radio clandestine, materiale tutelato dal diritto d'autore pari a 890 terabyte, circa duecento milioni di file".

Nel corso delle indagini, gli agenti hanno inoltre rinvenuto prezziari relativi alla vendita per corrispondenza di CD e DVD masterizzati contenenti opere illegalmente riprodotte, nonché, in una circostanza, materiale pedopornografico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di bambini.

Ma non è tutto qui. In un'azione parallela, il Nucleo Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia ha infatti sequestrato altri 3 grandi server utilizzati dalla comunità "Darkbios" e denunciato 5 "uploader", cybernauti impegnati solitamente a caricare file sui sistemi P2P. Nel complesso, le forze dell'ordine hanno sequestrato tre Web radio, due siti Internet e oltre 200 milioni di file, tra cui anche film di recentissima programmazione, chiuso due siti Web, confiscati oltre 70 personal computer e più di 60 hard disk.

"L'Italia è oggi il sesto mercato mondiale in termini di musica digitale e le azioni antipirateria sono in questo momento fondamentali per tutelare lo sviluppo dell'offerta legale e difendere coloro che stanno investendo milioni di euro nella musica online", ha spiegato Enzo Mazza, presidente della Fimi.

L'offensiva delle major si fa sempre più pressante e gli utenti cominciano a fuggire dai sistemi peer to peer. La Federazione internazionale dei fonografici ritiene che il 35% degli utenti P2P in Francia, Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito abbia già ridotto la propria attività di sharing o l'abbia cessata del tutto, contro un 14 % che avrebbe invece incrementato l'utilizzo del P2P. "Questo significa - sostiene IFPI - che almeno tre milioni di persone stanno riducendo o stanno evitando il file sharing illegale". Sul Web le maniere forti sembrano funzionare.

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