00 26/10/2008 11:06
con anticorpo monoclonale




ROMA (24 ottobre) - Sperimentazione clinica sui pazienti con un anticorpo monoclonale contro la sclerosi multipla. Il San Raffaele di Milano è uno dei centri clinici europei coinvolti nell'arruolamento dei pazienti con sclerosi multipla per la sperimentazione clinica su un alto numero di malati (fase III) dell'alemtuzumab, un anticorpo monoclonale utilizzato contro la leucemia linfatica cronica che si è rivelato promettente nel rallentare anche la progressione della forma più comune della sclerosi multipla.

Lo ha annunciato Giancarlo Comi, direttore del dipartimento neurologico del S. Raffaele di Milano il quale ha anche messo in guardia dai facili entusiasmi dei primi test clinici e ricordando le controindicazioni a cui si può incontro con questa terapia . L'ospedale aveva già seguito 3 dei 335 pazienti arruolati per la fase di sperimentazione preliminare. «La terapia - spiega Comi - è molto promettente e si è rivelata efficace nei pazienti malati da non più di 2-3 anni e che non rispondono alle terapie tradizionali».

Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine i pazienti trattati con l'alemtuzumab hanno avuto una riduzione del 73% delle recidive rispetto a quelli trattati con un altro farmaco, l'interferone beta. «L'efficacia del trattamento - continua Comi - rispetto all'interferone è più del doppio». Molte però anche le complicanze di questa terapia che ha come particolarità quella di essere somministrata una sola volta all'anno per via endovenosa. Nel 20% dei pazienti fin ora trattati ha causato ipo o ipertiroidismo. Non solo, in un piccolo numero di soggetti le piastrine si sono abbassate fino a scatenare un rischio emorragico. «Non dobbiamo scordare - continua - che questo farmaco è molto aggressivo e va utilizzato in seconda linea, cioè quando falliscono le altre terapie».

ilmessaggero
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