00 06/08/2009 09:38
In Argentina censurati Battisti e Paoli


Cos'hanno in comune Lucio Battisti, Gino Paoli e Nicola di Bari con Pink Floyd, John Lennon e i Queen? tutti questi artisti, indistintamente, sono stati censurati dal regime che prese il potere in Argentina nel 1976. Ad affermarlo oggi è la stampa locale. Tra le canzoni censurate ci sono "E penso a te" di Battisti-Mogol, "Mia" di Nicola di Bari, la versione italiana di "La donna che amo" cantata da Gino Paoli.

Ma la lista degli artisti censurati non si ferma certo qui. Al regime argentino dell'epoca davano molto fastidio anche personaggi come Eric Clapton, Roberto Carlos, Astor Piazzolla, Joan Baez, Rod Stewart, Charles Aznavour, Serge Gainsbourg e Victor Jara.

Un altro brano italiano censurato al tempo fu "Tanti auguri" scritta da Boncompagni e Pace. Tra i numerosi argentini finiti nel mirino della censura ci furono sì cantanti rock ma anche tanti interpreti del folklore e di altri ritmi locali, precisa la stampa, ricordando che tra il 1978 e il 1983 il comitato responsabile dalla censura, controllato dai militari, mise fuori circolazione più di 200 pezzi. "Si tratta di canzoni ritenute non adatte per i servizi della radio-diffusione", sottolinea un documento del comitato pubblicato dalla stampa.

Oltre a una serie di cantanti argentini autori di pezzi a doppio senso ("Una fetta di melone" deve aver fatto tremare più di un gallone), colpiti in particolare anche i cantautori spagnoli come Joan Manuel Serrat, politicamente impegnato, ma anche artisti innocui come Camilo Sesto o José Luis Perales.
Quanto agli italiani, se "Ti amo" di Tozzi fece scalpore anche nel Bel Paese, è difficile stabilire quali valori patriottici o religiosi potesse mettere in crisi "Questo piccolo grande amore", a meno che "la maglietta fina" non sia stata considerata contraria ai regolamenti sull'uniforme.

tgcom
Ciao Ní
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