00 15/01/2010 10:34
Haiti, trovata la prima vittima italiana La Russa: probabile invio nave militare


Port-au-Prince - Dopo il terribile terremoto che ha stravolto Haiti la situazione è drammatica. Gli abitanti, disperati, hanno creato dei posti di blocco con i cadaveri a Port-au- Prince. E' il loro modo per chiedere che i soccorsi siano più tempestivi, dopo il sisma che ha distrutto la città, uccidendo decine di migliaia di persone. La conta è ancora approssimativa: c'è chi parla di oltre centomila vittime, chi, invece, si ferma a 45-50mila. I sopravvissuti hanno inscenato questa protesta mentre stanno cominciando ad arrivare i primi aiuti internazionali per la capitale di un paese sconvolto da un terremoto catastrofico che non ha risparmiato abitazioni e palazzi governativi. A più di 48 ore dal sisma, decine di migliaia di persone hanno protestato per chiedere acqua, cibo e aiuto per cercare di estrarre le persone ancora vive da sotto le macerie. Shaul Schwarz, fotografo del magazine Time, ha raccontato di aver visto almeno due posti di blocco formati con i cadaveri delle vittime del terremoto. "Stanno cominciando a bloccare le strade con i cadaveri. La situazione sta diventando davvero brutta. Le persone sono stufe di non ricevere aiuto". La Croce Rossa di Haiti stima che siano morte fra le 45.000 e le 50.000 persone e che altri tre milioni siano i feriti o i senzatetto.
Morte e distruzione Il sisma ha distrutto interi palazzi, e ci sono persone che dopo due giorni sono ancora intrappolate sotto le macerie, per via di soccorsi poco organizzati. "Abbiamo già seppellito 7.000 persone in una fossa comune", ha detto il presidente Rene Preval. I membri delle organizzazioni umanitarie che stanno collaborando ai soccorsi hanno detto che le persone ferite, alcune delle quali con gravi fratture e ferite molto profonde, moriranno se non riceveranno l’assistenza medica di cui hanno bisogno in tempi rapidi. Kostas Moschochoritis, direttore generale di Medici senza Frontiere Italia, ha detto che tutte le 21 strutture sanitarie pubbliche di Port- au-Prince sono state danneggiate, alcune sono crollate e non c’è nessuna sala operatoria funzionante.
La prima vittima italiana identificata Gigliola Martino, 70 anni, è stata identificata come prima vittima italiana del terremoto ad Haiti. Lo riferisce il quotidiano online "La Gente d’Italia". "Conosciutissima nella comunità francese ed haitiana, Gigliola era una delle ultime italiane di Haiti", si legge sul giornale. Era "esponente di una delle due famiglie di oriundi più importanti dell’isola caraibica, i Caprio e i Martino presenti ad Haiti da oltre un secolo", aggiunge il quotidiano.
La Farnesina Sono 130 gli italiani che sono riusciti a mettersi in salvo, mentre si teme per altre decine di connazionali di cui per ora non si hanno ancora notizie nonostante siano costantemente in corso ricerche e verifiche da parte dell’Unità di crisi. Secondo i dati del ministero degli Esteri, il numero ufficiale degli italiani iscritti all’anagrafe consolare ad Haiti è di 182, ai quali si aggiungono 12 connazionali che si sono iscritti al sito "Dove siamo nel mondo", anche se Fabrizio Romano, capo dell’Unità di crisi, ha parlato di "qualche decina di persone in più" rispetto all’elenco.
La Russa: potremmo inviare una nave L’Italia potrebbe inviare presto ad Haiti una nave della Marina Militare per contribuire agli aiuti per i superstiti del terremoto del 12 gennaio. "Ho in mente la possibilità di inviare una nave che potrebbe essere estremamente utile", ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa a Mattino Cinque, su Canale 5. "Ne parlerò oggi con il presidente" Berlusconi.

L'ex presidente Aristide Jean Bertrand Aristide è pronto a tornare ad Haiti e guidare la ricostruzione del suo Paese, devastato dal sisma. "Per quanto ci riguarda" ha detto parlando ai giornalisti con a fianco la moglie, "siamo pronti a partire oggi, domani, in qualunque momento per unirci al popolo di Haiti, condividere la sua sofferenza e aiutare a ricostruire il Paese. Gli amici in tutto il mondo hanno confermato la loro voltà di organizzare un volo che porti medicine, beni di emergenza e noi stessi". L’ex presidente, deposto da un golpe del 2004 e da allora in esilio in Sudafrica, era stato eletto una prima volta nel 1991, dopo la caduta del dittatore Jean-Claude "Papa Doc" Duvalier. Ha guidato Haiti dal 1994 al 1996 e dal 2001 al 2004.


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