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E' scomparso nella sua casa di campagna vicino a Roma uno dei più importanti registi italiani, Alberto Lattuada. Tra i suoi film "Il Bandito" (1947) con Amedeo Nazzari, "Luci del varietà", "Il mafioso", "La Lupa", "La Mandragola", "Don Giovanni in Sicilia". Lattuada era nato a Milano nel 1914. I funerali del regista, malato da tempo, si svolgeranno martedì a Roma nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo.
Figlio del compositore Felice Lattuada, fu innanzitutto studioso di cinema e fondò con Mario Ferrari e Gianni Comencini la cineteca italiana, negli anni Trenta. L'esordio alla regia nel '43, dopo alcune collaborazioni alla sceneggiatura di film come "Piccolo mondo antico" di Mario Soldati. Ma è con "Il bandito" (1946) che il regista raggiunge la notorietà raccontando la realtà del dopoguerra in Italia: la storia è quella di un reduce che, avendo perso beni e affetti, si trova invischiato nel giro della malavita. Nella pellicola, Amedeo Nazzari, Anna Magnani e Carla del Poggio, che era divenuta sua moglie.
Raelizza nel '49 il "Mulino del Po" tratto dal romanzo di Bacchelli: un film intessuto di spirito neorealista che si evidenzia nella denuncia delle lotte sociali e dalle ingiustizie patite dai contadini delle campagne padane. Lattuada dirige poi, nel 51, insieme a Federico Fellini "Luci del varietà". Il primo film però che porta la sua impronta riconoscibile, che è stata una caratteristica in molti suoi film fino al fortunato "La Cicala" (1980) è "La spiaggia" del 1954, in cui tratteggia il ritratto di una prostituta (Martine Carol) che in vacanza con la figlia si finge vedova.
Da ricordare anche "Senza pietà" (1948) con la protagonista, costretta dalle circostanze a prostituirsi in cui si fondono poliziesco e melodramma, "Il cappotto" (1952), "Guendalina" (1957) un tenero ritratto di quindicenne con cui Lattuada indaga il mondo adolescenziale tra malinconia e romanticismo.
Negli anni 60 oltre ad adattamenti letterari portati sullo schermo ("La steppa" 1962) Lattuada affronta generi diversi: il giallo ("L'imprevisto" 1961 e "Il mafioso" 1962) la commedia ("Don Giovanni in Sicilia" 1967) il film di guerra ( "Fraulein Doktor" 1969).
Tantissimi gli attori diretti da Lattuada. In "Dolci inganni" (1960) Catherine Spaak, in "Le faro' da padre" c'è Gigi Proietti e la giovanissima Teresa Ann Savoy, ne "La cicala" accanto a Anthony Franciosa e Virna Lisi compaiono Clio Goldsmith e Barbara De Rossi.
Con i film dei primi anni 70: "Venga a prendere il caffè da noi" (1970), "Sono stato io" (1973), "Le faro' da padre" (1974) Lattuada unisce la leggerezza dei toni propri della commedia a una visione più amara della realtà sociale sottolineandone polemicamente i mali (arrivismo, successo, avidita'). Negli anni 80 ha realizzato alcuni sceneggiati per la televisione tra i quali ricordiamo "Cristoforo Colombo" andato in onda sulla Rai nel 1985.
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