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Il cinema spegne 110 candeline

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2005 12:11
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La prima proiezione risale al 1895

Il "cinema" compie 110 anni. La "settima arte" nasceva infatti il 28 dicembre del 1895, nel Grand Cafe' sul Boulevard des Capucines di Parigi. Si chiamava "Cinématographe Lumiére" e vide la luce sotto gli occhi di 33 spettatori paganti un franco che assistettero a una serie di "vues", brevi riprese di passanti e scene quotidiane, tra cui "L'arrivée d'un train en gare de La Ciotat".


Estensione del teatro o del romanzo, pittura o fotografia in movimento, intrattenimento basso e popolare: al cinema è stata spesso attribuita l'eredità di altre arti come se non fosse, esso stesso, un'arte vera e propria, ma solo un divertimento per un pubblico non troppo esigente.Molte cose sono cambiate da quel lontano 28 dicembre del 1895, quando nel Grand Cafe' sul Boulevard des Capucines di Parigi, nasceva il "Cinématographe Lumiére".

Per i 33 spettatori paganti (l'ingresso costava un franco) fu un vero e proprio choc. Chi si vide sullo schermo, non seppe riconoscersi. E quando si riconobbe, lo spettatore pensò che quelle "vues", così banali e quotidiane, avessero aggiunto qualcosa di fantastico alla sua natura: il cinema realizzava quell'illusione di immortalità che l'uomo da sempre rincorre. Se la proiezione dei Lumiére in quello scantinato nei pressi di Place de l'Opéra segna simbolicamente la nascita del cinema, in realta' l'evento e' il frutto di una lunga ricerca nata con la fotografia di Daguerre, gli esperimenti su movimento e immagine di Marey e Muybridge, la cinepresa e il kinetoscope di Thomas Edison. Il merito di August e Louis Lumiére fu quello di intuire le potenzialita' di queste invenzioni sottraendole al mero esperimento ottico.



Relegato a divertimento per ceti inferiori, snobbato dagli intellettuali e dalle e'lite come intrattenimento popolare, il cinematografo dei Lumiére conquistò, nell'arco di un mese, tutta Parigi, invadendo nei mesi successivi Londra, Bruxelles, Vienna, Ginevra, Madrid Belgrado, New York, San Pietroburgo e Bucarest, giungendo in Italia il 13 marzo del 1896, presso lo studio del fotografo Henry Le Lieure in vicolo del Mortaro, a Roma. Nonostante il grande successo, i fratelli Lumiére considerarono il cinematografo una moda destinata a durare poco e nel 1900 vendettero i loro diritti a Charles Pathe'. I Lumiére, però, non si erano resi conto che nel frattempo erano nati gli autori, impegnati nel creare storie sempre nuove e complesse, e i "generi" che andavano incontro ai variegati gusti del pubblico, stimolandone la fantasia, il romanticismo, l'ilarita' o la semplice curiosita' di spiare la vita cosi' come si svolgeva, osservando incantati una normalita' che, proiettata sullo schermo, diventava magia.

A 110 anni dal suo esordio sulla scena parigina, il cinema non è più un specie di teatro, una specie di fotografia, un specie di pittura, ma raccoglie in se' tutte le arti sublimandole nell'illusione della realta'. Il suo linguaggio unico, illusorio, complesso, enigmatico e le sue ombre ingannevoli eppure reali continuano a incarnare sogni, a dare corpo a paure, a documentare la storia e la societa', a interpretare desideri e fantasie, restituendo il sogno e l'illusione, ancora oggi, dell'immortalita'. "Il cinema e' lo strumento migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, dell'istinto, l'incursione attraverso la notte dell'inconscio", affermava Luis Bunuel e se, invece, secondo Steven Spielberg "il cinema non durerà molto. Di qui a cent'anni vi saranno altre forme di intrattenimento che trascenderanno il film, trascenderanno il video, si collegheranno forse direttamente alla mente", il cinema sembra non aver perso nulla del suo fascino moderno e ancestrale insieme e, come ogni vera arte che si rispetti, niente puo' essere in grado di prendere il suo posto.

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